Buoni pasto: uno strumento obsoleto in un mondo che cambia

Sommario

I buoni pasto sono davvero “buoni”?

Nell’ultimo periodo i buoni pasto sono stati al centro di una forte bufera mediatica e non solo.

Lo scorso 15 giugno, ad esempio, alcune catene della GDO (tra cui COOP e CONAD), insieme a moltissimi attori del mondo della ristorazione, hanno deciso di non accettare i pagamenti tramite buoni pasto. Questa iniziativa aveva l’obiettivo di chiedere una riforma del sistema alle spalle di questo metodo di pagamento.

È chiaro, quindi, che c’è bisogno di alternative. Fortunatamente, la digitalizzazione dei pagamenti offre ampie possibilità. Soluzioni come Cibuspay sono sempre più richieste dal mondo della ristorazione, rendendo questa innovazione un possibile standard per il futuro.

Ma quali sono i motivi che stanno rendendo i buoni pasto obsoleti? 

1. Commissioni fino al 30%

Su 10.000€ di buoni pasto accettati, bar, ristoranti e GDO perdono fino a 3.000€ di commissioni e tasse. Se queste perdite possono, con difficoltà, essere assorbite dalle grandi società, esse risultano essere devastanti per le attività locali di dimensioni più piccole.

2. Pagamenti lenti

Una volta avuti i buoni pasto, le attività commerciali devono aspettare almeno un mese prima di incassare effettivamente il denaro. Ovviamente questo causa degli evidenti problemi nei flussi di cassa, che possono risultare estremamente dannosi per le attività più piccole.

3. Limiti di spesa

I buoni pasto hanno un limite di spesa di 4€ o 8€, oltre il quale non sono più esentasse. Questo li rende uno strumento di welfare aziendale “zoppo” e potenzialmente fastidioso per le persone che ne fanno uso.

4. Gestione amministrativa complicata

Rapporti con le società emittenti, piano di distribuzione ai dipendenti, burocrazia, fatturazione… i buoni pasto sono un inferno dal punto di vista della gestione amministrativa. Con la necessità di flessibilità e rapidità del mondo d’oggi, questo risulta essere uno svantaggio non da poco.

5. Sostenibilità ambientale

I buoni pasto – cartacei o elettronici – generano l’emissione di CO2, in modo diretto (produzione dei ticket cartacei) o indiretto (utilizzo dei POS). Ovviamente le emissioni prodotte sono minime, se confrontate con quelle di altri settori. Tuttavia, in un mondo che prova a raggiungere importanti obiettivi di sostenibilità ambientale, ogni più piccolo intervento diventa fondamentale. 

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